Giuseppe Taffarel, il documentario tra poetica dell'immagine e riscoperta delle radici perdute
Il 29 gennaio si apre al cinema Trevi un omaggio al documentarista veneto Giuseppe Taffarel, scomparso il 9 aprile 2012, poco dopo aver festeggiato i novant'anni.
L'omaggio, promosso da Officina Filmclub-Roma, vede in collaborazione Cineteca Nazionale, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio, Casa della Memoria e della Storia, le associazioni Apollo 11 e Cineclub Detour,Circolo Gianni Bosio-Bosiocinema e FUORI ORARIO - Rai Tre.
L'evento è patrocinato dal DAMS di Padova e dal Dipartimento dei Beni Culturali: archeologia, storia dell'arte, del cinema e della musica dell'Università degli Studi di Padova, e realizzato in collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna, Cineteca Lucana, Aniene Film Festival, Comune di Valstagna (VI).
Dopo aver frequentato a Roma l'Accademia d'Arte Drammatica ed aver combattuto nella Resistenza veneta, insieme agli amici Emilio Vedova e Rodolfo Sonego, Taffarel si trasferisce a Roma dove partecipa alla scrittura di numerose sceneggiature e intraprende la carriera di attore cinematografico che lo vede recitare in circa una ventina di film tra cui Achtung! Banditi! di Lizzani (1951).
Inoltre, alla fine degli anni '40 collabora con Glauco Pellegrini e Rodolfo Sonego alla realizzazione di documentari ed è aiuto regia in Ceramiche umbre di Glauco Pellegrini (1949), il primo documentario sperimentale a colori della Ferraniacolor, prodotto dalla Lux Film.
Nel 1960 - dopo aver teorizzato la nascita del "nuovo cinema documentario" con Antonioni e l'amico coetaneo Vittorio De Seta - dirige il suo primo film, La croce.
Da allora fino all'inizio degli anni '80, realizza oltre trecento documentari.
In tutte le sue opere lo sguardo antropologico/etnografico confluisce nell'estetica dell'immagine, con momenti di assoluta liricità. La sua capacità di osservare la vita, afferrando i fili che collegano la storia del singolo essere umano alla grande storia dell'umanità, è riconoscibile in una ventina di cortometraggi di stile neorealista. Questi documentari possono essere considerati delle piccole perle nella storia del cinema, come i da poco restaurati e digitalizzati a cura del Comune di Vastagna Fazzoletti di terra (1962), L'alpino della Settima (1969) e Via Crucis (1972).
Negli ultimi anni il cinema di Taffarel è oggetto di una appassionata ed attenta opera di riscoperta: in particolare l'Università di Padova e la Cineteca di Bologna hanno promosso diversi percorsi di ricerca ed approfondimento del suo lavoro (oltre alla salvaguardia dei suoi film).
Nel corso della giornata del 29 gennaio al cinema Trevi alle ore 20.30 sarà presentato il documentario Giuseppe Taffarel-L'altro volto del neorealismo di M.Fornelli e E. Colelli; a seguire un incontro con Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo, Luigi Di Gianni, Cecilia Mangini, Mirco Melanco, Andrea Meneghelli, Michele Fornelli, Enrico Colelli, Miriam Pezzali
L'omaggio a Taffarel prosegue in altri quattro spazi:
mercoledì 30 all'Apollo 11, via Conte Verde 51;
giovedi 31 presso la sala dell'Archivio Audiovisivo del movimento Operaio e Democratico, via Ostiense 106;
venerdi 1 febbraio alla Casa della Memoria-Bosiocinema, via San Francesco di Sales 5;
venerdi 2 al Cineclub Detour, via Urbana 107
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