I viaggi fotografici a Lipari e Panarea 
della grande autrice del cinema documentario italiano.
Inaugurazione
giovedì 21 settembre |18.30
Museo del Costume
Rassegna cinematografica
venerdì 22 settembre | 18.30
Auditorium Lilliu
“Scopro Lipari e scopro la meraviglia infinita di queste cave di pomice, con un biancore allucinante. È come se io fossi circondata da un’aureola di luce, e comincio a scattare le fotografie. Quando arrivo a Roma e finalmente posso vedere i provini a contatto, mi rendo conto veramente di che cosa ho fotografato, mi rendo conto di qualcosa per me importantissimo. Che posso essere una fotografa. Non è uno sbaglio. Il viaggio alle isole mi ha rivelato questo.” Cecilia Mangini
La fotografa “rivelata” è Cecilia Mangini, una delle figure più significative della storia del cinema italiana, inarrestabile pioniera del cinema del reale: prima donna a girare documentari nel dopoguerra, l'autrice di capolavori come Ignoti alla città, Stendalì e La canta delle marane, realizzati in collaborazione con Pier Paolo Pasolini, ha raccontato dalla fine degli anni Cinquanta alla metà dei Sessanta un'Italia divisa tra boom economico e contraddizioni sociali. Festeggiata in giro per il mondo con incontri, personali e retrospettive (ultime, in ordine di tempo, quelle a Roma, Bari, Parigi e Berlino), Cecilia Mangini approda in Sardegna in occasione della mostra CECILIA MANGINI - ISOLE - Viaggio fotografico a Lipari e Panarea.
L'esposizione, a cura di Paolo Pisanelli e Claudio Domini, in collaborazione con Maura Picciau, ripercorre le origini del lavoro di Cecilia Mangini, negli anni che precedono la sua affermazione come cineasta e la vedono impegnata come fotografa.
È il 1952 quando Cecilia Mangini mette mano, per la prima volta professionalmente, alla sua reflex, una Zeiss SuperIkonta 6x6. Ha appena compiuto 25 anni. Va in Sicilia, a Lipari, per realizzare un servizio fotografico sui lavoratori e le lavoratrici che si dannano la vita in una cava di pomice. Molti di loro si ammaleranno di silicosi, e a poco serviranno le mascherine che proteggono la bocca. Mangini documenta con istantanee certo drammatiche (e talora poetiche, ma senza mai cedere al sentimentalismo) le condizioni del lavoro. Il servizio non verrà mai pubblicato - a quei tempi. Ma costituisce già un segnale preciso della personalità e del particolarissimo “punto di vista” che muove lo sguardo di Cecilia. Una strada che non molti anni dopo la porterà a portata a documentare la realtà non più con immagini fisse, ma in movimento: con il cinema. Le fotografie sono dell’estate 1952, quelle scattate a Panarea sono quasi del tutto inedite. Interrogarsi sullo sguardo di allora di questa ragazza classe 1927 (ha compiuto novant’anni il 31 luglio) è un esercizio che queste immagini obbligano a fare, inevitabilmente, ogni qual volta le si osserva.
Accanto alla mostra fotografica, nell’ambito di ISREAL si vedranno anche alcuni film tratti dalla rassegna cinematografica Cecilia Mangini - Visioni e passioni: venerdì 22 settembre nella sala convegni del Museo del costume, alla presenza dell’autrice e al curatore della rassegna Paolo Pisanelli, sono in programma La scelta (1967), Maria e i giorni (1958), Tommaso (1965) e La canta delle marane (1961), oltre a due estratti del film in lavorazione Il mondo a scatti , di Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli, riguardanti il primo reportage realizzato in Sicilia e le fotografie di Carpino, 1958 ; mentre alle ore 21 l'appuntamento è con In viaggio con Cecilia di Mariangela Barbanente e Cecilia Mangini (2013).
L'ideazione e il progetto di allestimento della mostra è di Big Sur in collaborazione con il fotografo e designer Maurizio Buttazzo e il contributo di Parisi Luminarie; la regia della video-installazione è di Paolo Pisanelli, il montaggio di Matteo Gherardini.
Il coordinamento del progetto ISOLE è di Maura Picciau, il catalogo della mostra, a cura di Claudio Domini e Paolo Pisanelli contiene i preziosi saggi di Cecilia Mangini, Concita De Gregorio, Felice Laudadio, Claudio Domini e Maura Picciau.
La mostra CECILIA MANGINI – ISOLE è stata finanziata da Istituto Superiore Regionale Etnografico, ideata e realizzata da Associazione Cinema del reale, Erratacorrige, Big Sur e Officina Visioni, con il sostegno di Regione Autonoma della Sardegna, Sardegna Film Commission, Unione Europea, Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, Regione Puglia, Apulia Film Commission e dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia - Museo delle Civiltà, in collaborazione con Istituto Luce, CGIL, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, con il patrocinio del Distretto Produttivo Puglia Creativa e la Creative partnership di Parisi Luminarie.