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"La nave dolce" al cinema DB d'Essai di Lecce dall'8 novembre

Il nuovo film di Daniele Vicari racconta l'incredibile viaggio verso la libertà di 20.000 albanesi


Un film bello, di grande efficacia narrativa, che non solo ci costringe a riflettere sul recente passato ma a ripensare il presente.

La difesa dei diritti umani nel nostro paese dovrebbe essere un impegno civile per ogni cittadino che non voglia vergognarsi di essere italiano.

Vi invitiamo ad andarlo a vedere!

Paolo Pisanelli/ Cinema del reale

 

Era l'8 agosto 1991: il più grande sbarco mai avvenuto in Italia.

L'8 agosto 1991 una nave albanese, carica di ventimila persone, giunge nel porto di Bari. La nave si chiama Vlora. A chi la guarda avvicinarsi appare come un formicaio brulicante, un groviglio indistinto di corpi aggrappati gli uni agli altri. Le operazioni di attracco sono difficili, qualcuno si butta in mare per raggiungere la terraferma a nuoto, molti urlano in coro "Italia, Italia" facendo il segno di vittoria con le dita.

Il 7 agosto 1991 sono in corso le operazioni di scarico quando una folla enorme di migliaia di persone assale improvvisamente il mercantile, costringendo il capitano Halim Milaqi a fare rotta verso l'Italia. È una marea incontenibile di uomini, ragazzi, donne, bambini. C'è Eva che sale arrampicandosi lungo le cime d'ormeggio insieme al marito. C'è Kledi, un ragazzino che si trova in spiaggia con gli amici quando decide di seguire incuriosito la folla che va verso il porto. C'è il piccolo Ervis con la sua famiglia, c'è Robert, giovane regista con i suoi compagni di studi. Qualcuno, una volta a bordo, incontra un fratello, un amico. Il motore centrale è in avaria, non c'è cibo, né acqua. Solo zucchero. Il sole di agosto arroventa il pontile. Poi scende la notte, il capitano governa la nave senza poter utilizzare il radar, evita anche una collisione. Il mattino dopo, ad attendere la Vlora c'è una città incredula e stordita e uno stadio di calcio vuoto, dove, dopo lunghissime operazioni di sgombero del porto, gli albanesi vengono rinchiusi prima del rimpatrio.

Sono passati ventuno anni da quel giorno. La maggior parte di coloro che salirono sulla nave, carica di zucchero, vennero rispediti in Albania ma gli sbarchi continuarono e qualcuno tentò ancora la traversata.

Oggi vivono in Italia quattro milioni e mezzo di stranieri.

 

"Vicari è così abile a montare le storie dei testimoni con le immagini d'epoca che La nave dolce si segue come fosse un film di finzione capace di trasmettere l'emozione del reale" - La Stampa

 

"Un film indispensabile" - Hollywood Party

 

"Vicari per affrontare il presente volge lo sguardo al passato evocando quella che è stata la madre di tutti gli sbarchi" - L'Unità

 

"La Nave Dolce come Diaz ha lo stesso montatore, lo stesso direttore della fotografia e lo stesso musicista. Raccontano lo stesso tipo di gestione dell'ordine pubblico a dieci anni di distanza l'uno dall'altro." - Daniele Vicari

 

La nave dolce nelle sale dall'8 novembre. Il film, presentato Fuori Concorso con grande successo di pubblico e critica all'ultimo Festival di Venezia, ha vinto il Premio Pasinetti, assegnato dal Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani. 

Ha ricevuto il plauso di molte associazioni, tra cui Unicef, Amnesty International, Emergency, Caritas, Libera.

 

Una produzione INDIGO FILM e APULIA FILM COMMISSION, prodotto con RAI CINEMA in co-produzione con SKA-NDAL PRODUCTION e in collaborazione con TELENORBA. Una distribuzione MICROCINEMA.

 

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