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Depistaggio

16 luglio 2018

Depistaggio

di Gigi Mangia


Sabato 30/06/2018,i Giudici della Corte di Caltanissetta hanno certificato nella  sentenza, che il processo della morte del Giudice Paolo Borsellino è stato il più grande depistaggio, che rimarrà nella storia del nostro Paese. L’Italia è un Paese strano, incapace di reagire. Le parole sono vuote e hanno perso la loro forza di comunicare infatti la parola depistaggio non causa nessuna reazione, la società rimane indifferente perché è ammalata dal senso di assuefazione. Questo sentimento nasce dalle pagine più buie del nostro Paese: dalla morte del banchiere Ambrosoli all’attentato all’aereo nel cielo di Ustica; dal delitto Moro all’attentato del Giudice Borsellino. Il depistaggio però di Paolo Borsellino ha una particolarità straordinaria ed interessante perché ha al centro la figura di Vincenzo Scarantino. La faccia di V. Scarantino è quella di un’idiota: buffo, divertente, di poca intelligenza, spensierato. È un giovane socialmente povero tossico ed omosessuale. Un pupazzo però ben costruito dai poteri deviati dello Stato tale da essere percepito credibile dall’opinione pubblica e quindi da spendere come testimone di prove su cui costruire il processo, cioè il grande depistaggio diretto da La Barbera. Dalla faccia di bullo di Vincenzo Scarantino si accorse bene il Giudice Ilda Boccassini, ma non fu creduta dai suoi colleghi e anche questo è un fatto strano che nasconde verità mai conosciute nelle pieghe della storia giudiziaria dell’Italia.

Il reale vive di parole, e attraverso le facce, riempie il tempo reale e senza le facce il reale sarebbe come il buio senza luce, cioè una percezione vuota. Il reale per esistere ha bisogno di facce, per raccontare storie e per promuovere visioni. Il reale però non esaurisce tutta la sua forza nelle facce attraverso i fatti, perché il reale costruisce visioni apre spazi al non reale. La mente dell’uomo infatti costruisce visioni, immagina verità, accende desideri. L’uomo è artigiano del suo reale, che non comprende tutto ciò che è reale perché la sua forza và oltre, interessa la società, governa le emozioni. Il reale si può anche costruire e farlo diventare verità così è accaduto con la faccia di Vincenzo Scarantino.

Specchia “vuol dire vedere” per il Cinema del reale vuol dire avere l’impegno di lanciare un faro sul significato della parola reale per leggere quanto largo sia il significato di questa parola in particolare nell’informazione fondata sull’immagine: per esistere bisogna apparire, per conoscere bisogna vedere. Il significato della parola reale nel terzo millennio è cambiata rispetto al passato, si è fatto liquido straordinariamente complicato e comincia nella finestra dello smartphone. Questo è il nuovo reale e i suoi capitoli principali possono essere: facce guerre mutamenti.

Questo intervento vuole essere ancora un contributo al Cinema del reale di prossima apertura.

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