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Proiezione

Il sangue verde

22 luglio 2011 - ore 22:40

Il sangue verde

di Andrea Segre

Italia, 2010 - 57', miniDV, colore
Soggetto e regia: Andrea Segre
Produzione: ZaLab, Aeternam Films in collaborazione con JoleFilm
Fotografia: Luca Bigazzi e Federico Angeluc- ci, Matteo Calore
Montaggio: Sara Zavarise
Con: Amadou Bodian, Abraham Kwasi Appiah, Abraham Yabrè, Kalifa Soumahroro, Jamadu Bagayogo, John Kofi Boateng, Tibi Saidou Zongo e Giuseppe Lavorato
Cura editoriale: Stefano Collizzoli, Gabriele Del Grande, Stefano Liberti, Elisabetta Segre
Montaggio suono: Riccardo Spagnol
Musiche originali: Piccola Bottega Baltazar
Musiche: K'naan, The XX, G.B. Pergolesi


Il film racconta le voci, i volti e le storie dei protagonisti delle manifestazioni che nel gennaio 2010 in un piccolo paese della Calabria, Rosarno, hanno portato alla luce le condizioni di degrado e ingiustizia di migliaia di braccianti africani. Dagli ann i '90 in Italia, in particolare in alcune aree del Sud con forte presenza di organizzazioni mafiose, migliaia di immigrati africani ma anche dell'Est Europa sono sfruttati nell'agricoltura senza alcun tipo di diritto e in condizioni di vita intollerabili. A Rosarno in particolare, dove il potere della 'Ndrangheta è cresciuto negli ultimi anni, gli immigrati sfruttati nella raccolta delle arance sono anche oggetto di intimidazioni e minacce da parte di piccole bande di stampo mafioso. Il 7 gennaio 2010, dopo l'ennesimo episodio di violenza contro quattro di loro, la rabbia esplode e prende vita una manifestazione di piazza imponente. In poche ore Rosarno è "sgomberata" e il problema "risolto": in televisione la classe politica, racconta ad un'opinione pubblica impaurita che il problema è risolto e che gli immigrati sprovvisti di documenti di soggiorno sarebbero stati velocemente espulsi dall'Italia. Così non è stato. Quasi tutti gli immigrati di Rosarno sono stati rilasciati e abbandonati a se stessi. 7 i protagonisti di queste vicende, che raccontano non solo l'accaduto, ma anche la loro vita in Italia. Un racconto in prima persona che, alternato alla memoria storica rappresentata dalle ricostruzioni di Giuseppe Lavorato e dalle immagini di documentari sul lavoro di contadini italiani nel Meridione degli anni '60, riporta al centro dell'attenzione la dignità e il coraggio di centinaia di ragazzi che hanno lasciato i loro Paesi per salvare o cambiare la loro vita.


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